martedì 23 marzo 2010

COMPOSITION_NON-COMPOSITION


JACQUES LUCAN, Composition non-composition
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Jacques Lucan, invitato a tenere una conferenza al Pavillon de l'Arsenal di Parigi, insegna all'EPF di Losanna. Nel suo ultimo libro, "Composition, non-composition, Architecture et théories, XIX-XX siècles" Lucan legge trasversalmente la convergenza verso la quale vertono alcune delle ricerche architettoniche contemporanee. E in particolare parla di oggettività e simbolo.
Già negli anni '90 si parla di una nuova oggettività, o meglio oggettivizzazione dell'architettura, che cede il passo al funzionalismo degli anni '20 e '30 verso un cosiddetto contestualismo letterale, che estremizza il concetto di site specific. L'edificio cioè si installa nella parcella riproducendone, come per pura estrusione, l'andamento perimetrale, cercando in questo,e non nel con-testo urbano,la sua legittimazione. Elevand ad archetipo di questo modo di procedere il Flat Iron Building, che, pur nascendo da una scuola di impostazione Beaux-Arts, conteneva già in nuce tutto lo spirito di un'architettura moderna, Koolhaas progetta l'estensione del Parlamento Olandese in forma di una strana chitarra, che ricalca il lotto assegnato.

E' la ricerca di significato come oggetto monolitico, come scultura senza simbolo.
Non più quindi la papera venturiana, ma una costruzione omogenea.

Se il modernismo e tutto ciò che ne fu conseguenza, persistevano in un paradosso di fondo, cioè la ricerca di un equilibrio tra parti di un'unità rotta per ipotesi iniziale, la ricerca di omogeneità procede non secondo il concetto di composizione ma di tensione della forma. Tutta la superficie ha pari dignità all'interno dell'opera, e solo la tensione interna può muoverla. (Composizione Unista, W.Strzeminski, 1934)

Ora, fuori entrambi questi ragionamenti si pone, secondo me, il nuovo showroom Vitra, a Weil-am-Rhein, di Herzog e De Meuron. Risultato di due gesti quasi primitivi dell'architettura, l'estrusione nuda e pura di un segno altamente simbolico e iniziale, infantile, una casetta, e la composizione apparentemente casuale e ludica degli elementi seriali che ne conseguono. Un progetto iperbolico e ironico, che simula la sua deformazione come se fosse il plastico di se stessa.

Un progetto comunque limite, ma di conclusione o di apertura ad una nuova architettura?

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