da Il dizionario della lingua italiana, G. Devoto, G.C. Oli
Le Monnier, Edizione speciale UTET, Firenze 1992
Questa riflessione sul concetto di supporto nasce in realtà da un'osservazione distratta e forse in un secondo tempo forzata dell'immagine che compare all' inizio del post. Indubbiamente da un mio "buco nero", il Museo Ebraico di Berlino di Libeskind.
Avendo scambiato quei modelli stilizzati di visi umani per bobine cinematografiche, probabilmente risalenti agli anni '30 o '40 e accatastate in un percorso espositivo che fa dell'oggetto esposto il supporto della visita (o almeno così la mia visualizzazione a scorrimento della lezione mi aveva fatto credere), ho avvertito un senso di ambiguità multiplo e diffuso.
Quello che mi immaginavo come un oggetto che attraverso una reazione fisico-chimica diventava un primitivo supporto di memorizzazione ( è interessante in questa definizione notare l'uso indistinto dei termini dato e informazione) era in realtà un supporto di memoria collettiva e a sua volta supporto fisico del calpestio di una umanità in visita. Insomma forse in fin dei conti un apparecchio inutile e calpestabile. O, più positivamente, attraversabile? Un dispositivo avente lo scopo di sostenere?
C'è un senso di peso, di carico, ma allo stesso tempo di intangibilità in questo supporto. E di marginalità anche, se si vuole dare la definizione del '92 del Devoto Oli - (2. fig. Ausilio o sussidio tecnologico ad alcune attività ( per es. l'insegnamento): s. audiovisivi)...insomma un utensile.
Ma posto che la mia era un'ipotesi fittizia e priva di fondamento, resta la questione. E resta l'ambiguità. In senso più ristretto, il supporto elettronico odierno fa del binomio pesantezza-leggerezza il suo motivo di esistere. Si ragiona in termini di grandezza e pesantezza del file, registrato su apparecchiature sempre più piccole in cui esiste una nuova convenzione di materia e spazio. Si potrebbe dire che il rapporto tra materia e spazio tende storicamente a diventare inversamente proporzionale, e a portare ad un uso più "natatorio" della tecnologia.
Ma posto che la mia era un'ipotesi fittizia e priva di fondamento, resta la questione. E resta l'ambiguità. In senso più ristretto, il supporto elettronico odierno fa del binomio pesantezza-leggerezza il suo motivo di esistere. Si ragiona in termini di grandezza e pesantezza del file, registrato su apparecchiature sempre più piccole in cui esiste una nuova convenzione di materia e spazio. Si potrebbe dire che il rapporto tra materia e spazio tende storicamente a diventare inversamente proporzionale, e a portare ad un uso più "natatorio" della tecnologia.
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